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Associazione Italiana Podologi


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L'Associazione Italiana Podologi (AIP) da oltre trent'anni è l'organizzazione che rappresenta a livello nazionale i podologi italiani. Contribuisce alla diffusione di una cultura della cura del piede, in quanto è un organo fondamentale sia per la meccanica dei movimenti, sia per il benessere generale e quindi per la qualità della vita. 

 

L'Associazione è a disposizione delle Istituzioni, delle Organizzazioni che si occupano di salute ed anche delle famiglie per fornire informazioni e avviare progetti complessi di assistenza relativi alle categorie più a rischio, quali gli anziani, i bambini e i malati diabetici al fine della prevenzione e cura della complicanza del piede diabetico. 

 

L'Associazione Italiana Podologi fondata nel 1974 da Mauro Montesi, attuale Presidente, ha il merito storico di aver introdotto la podologia in Italia, scienza medica ampiamente affermata nei Paesi Europei più evoluti quali la Spagna, il Regno Unito, la Francia e in quelli Extraeuropei (U.S.A., Canada, ecc.).

 

Non è stato un compito facile: tante le resistenze, burocratiche e corporativistiche, i ritardi culturali del mondo medico e scientifico. Oggi la figura del podologo, come professionista laureato, è entrata a pieno titolo nello scenario della sanità italiana. Ecco le tappe più salienti di questo lungo cammino:

 

Nel 1974
La Regione Lazio organizza, presso l'Ospedale S. Camillo, il primo corso di podologia. Successivamente la stessa Regione autorizza in via sperimentale altri corsi. 

 

Nel 1978 
L'A.I.P. fonda la rivista scientifica "Il Podologo". Tale rivista, ora trimestrale, ha modificato il titolo divenendo "Il Podologo in Medicina". Essa presenta una notevole valenza scientifica oltre che informativa. Si tratta della più accreditata rivista concernente la professione e viene inviata a tutti i podologi italiani, associati e non, nonché agli studenti dei corsi universitari di podologia, ai medici interessati e ai massimi rappresentanti delle Istituzioni.

 

Nel 1982
L'A.I.P. aderisce alla F.I.P. (Federazione Internazionale dei Podologi e Podoiatri). Nei numerosi congressi internazionali l’AIP ha sempre assicurato la sua presenza, apportando notevoli contributi ai lavori.

 

Nel 1984
E'  l'anno nel quale l'Associazione produce un documento di fondamentale importanza: il Codice Deontologico che detta le regole etiche e comportamentali alle quali i podologi associati si devono attenere. Esso si ispira ai principi della solidarietà fra colleghi e detta le norme di comportamento nei confronti dei pazienti, nonché i principi di difesa della dignità professionale.

 

Nel 1988
Grazie anche al contributo attivo dell'AIP, il Ministero della Sanità (Ministro Donat Cattin) emana il Decreto Ministeriale n.30 del 26.01.1988 con il quale viene riconosciuta, la professione sanitaria di podologo ed i requisiti per conseguire il relativo diploma.

 

Nel 1989
La Regione Lazio autorizza l'A.I.P., in via definitiva, allo svolgimento dei corsi triennali. L’impegno dell’AIP fa sì che successivamente i corsi vengano attivati anche in altre Regioni: il Veneto, la Toscana, la Liguria, l'Emilia Romagna, le Marche, la provincia di Bolzano.

 

Nel 1990
La Regione Lazio emana la legge n.10 che disciplina l'attività e la formazione del podologo.

 

Nel 1994
Il Ministro della Sanità nel progetto "obiettivo anziani" prevede la presenza del podologo e dell'ambulatorio podologico nelle Residenze Sanitarie Assistenziali.
Con decreto legislativo n.319, in attuazione della direttiva CEE, si stabilisce il riconoscimento dei titoli di formazione professionale acquisiti nella Comunità Europea. 
Con decreto Ministro della Sanità n.666 si individua la figura del podologo e del relativo profilo professionale, come operatore sanitario in possesso del diploma universitario abilitante 
Il Governo Italiano, in una sua nota di risposta al Comitato di Collegamento dei Podologi dell'Unione Europea, segnala l'A.I.P. come l'Associazione rappresentativa dei podologi italiani.

 

Nel 1995
L'A.I.P. collabora attivamente alla stesura degli ordinamenti didattici con il Ministero della Sanità e del MURST.

 

Nel 1996-97 
Viene attivato il Diploma Universitario di Podologo. L'Università "La Sapienza" di Roma, in collaborazione con l’Istituto Podologico Italiano e la USL Roma B, nonchè l'Università di Pisa attivano corsi triennali per complessivi 34 posti. Il numero, tuttavia, si è rivelato del tutto insufficiente rispetto al reale fabbisogno.

 

Nel 2002
Con Decreto 17 maggio 2002 il Ministro della Salute di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze individua tra le prestazioni sanitarie esenti dall'applicazione dell’imposta sul valore aggiunto anche quella del Podologo.

 

Nel 2004
In occasione del Trentennale, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi dedica all’AIP una targa per i servizi prestati al Paese. 

Vengono sottoscritti protocolli d’intesa rispettivamente con la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale e con la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia volti a rendere operative l’integrazione e la collaborazione con i medici di famiglia e con gli specialisti geriatri. 

Ampie intese vengono attivate anche con la la Società Italiana di Diabetologia e l’Associazione Medici Diabetologi in materia di cura e prevenzione del piede diabetico. 


Attualmente l'Associazione fa parte della Consulta delle Professioni Sanitarie istituite presso il M.I.U.R., presso il Ministero della Salute, il CNEL e le Regioni. 
L'A.I.P. è affiliata alla F.I.P. (Federazione Internazionale dei Podologi e Podoiatri) ed è presente nel C.L.P.U.E. (Comitato di Collegamento dei Podologi dell'Unione Europea).

 

Nel 2005-2010
In questi ultimi anni è proseguito intenso l’impegno dell’Associazione volto soprattutto ad assicurare una formazione adeguata alle aspettative del Paese e diretto a stimolare la ricerca sulle patologie più diffuse. L’impegno ha riguardato anche la modifica del Profilo Professionale al fine di adeguarlo a quello dei Paesi più evoluti, nonché la formulazione delle strategie che mirano ad una decisa riduzione delle amputazioni nei casi di complicanza del piede diabetico (“Progetto per l’assistenza e cura del piede diabetico”), strategie che privilegiano la medicina del territorio e disegnano, quindi, un ruolo di grande spessore agli ambulatori podologici. Quanto alla formazione, questi sei anni sono stati caratterizzati da numerosi work-shop destinati ai podologi e agli studenti, dai congressi annuali (l’ultimo è stato il XXV) e soprattutto dall’attività di coordinamento e docenza nei master di I livello organizzati dall’università “La Sapienza”. (Quello sul piede diabetico ha raggiunto la settima edizione, con risultati formativi, scientifici e di presenze di grande rilievo). Ma anche la formazione universitaria è stata al centro dell’attenzione dell’AIP con l’obiettivo di fornire al Paese professionisti con una preparazione adeguata alle esigenze. Sono stati così presi accordi con la II Facoltà di Medicina e Chirurgia della Sapienza sia per il coordinamento del corso di podologia, sia per il tirocinio pratico degli studenti effettuato presso l’Istituto Podologico Italiano, che rappresenta in termini di formazione il braccio operativo dell’AIP. Di non secondaria importanza, infine, le iniziative volte all’informatizzazione degli studi, così da assicurare, oltre alla gestione del paziente, la gestione dello studio nonché la disponibilità di un importante patrimonio informativo concernente le patologie podaliche e le caratteristiche socio-demografiche dei pazienti.

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