Il diabete mellito è un disordine nel metabolismo dei carboidrati delle proteine e dei lipidi causato da un insufficienza assoluta o relativa di insulina. Il diabete mellito può essere diviso in due tipi principali:
diabete tipo 1 (I.D.D.M. insulino-dipendente) che rappresenta il 10% dei casi.
diabete tipo 2 (N.I.D.D.M. non insulino-dipendente). Generalmente insorge dopo i 50 anni, con inizio insidioso e, per tale motivo, è spesso scoperto casualmente.
I fattori di rischio più frequentemente associati ai gradi di maggiore evoluzione della RD sono risultati:
la durata della malattia
l'età di insorgenza
i valori maggiori di emoglobina glicosilata
l’ipertensione sistemica
la presenza di insufficienza renale.
La Retinopatia Diabetica (RD) è la principale causa di cecità nell’età compresa tra i 20 e i 64 anni, ed è la più frequente e la più importante complicanza del diabete mellito. La retinopatia diabetica è frequente in entrambi i tipi di diabete ma i pazienti con I.D.D.M. vanno incontro ad un più alto rischio di complicanze.
TIPI DI RETINOPATIA DIABETICA
La R.D. si divide in due grandi categorie:
non proliferante
proliferante
La retinopatia diabetica non proliferante si presenta con piccole emorragie, depositi (chiamati essudati) ed altre anomalie della circolazione retinica. Fondamentale, in questa fase, è la fluoroangiografia che consente di visualizzare nel dettaglio tali anomalie, che devono essere trattate con l'argon laser.
Nelle fasi più avanzate la retinopatia diabetica diviene proliferante. Questo termine significa che si formano, all'interno dell'occhio, delle membrane contenenti vasi anomali (neovasi). Le membrane nascono dalla retina e dal nervo ottico e si accrescono come piante rampicanti, provocando distacchi di retina ed emorragie massive.
Il paziente con diabete mellito deve eseguire uno scrupoloso automonitoraggio della glicemia mediante sticks adattando in tal modo la terapia in atto (dieta, ipoglicemizzanti orali, insulina) ed eseguire regolari controlli presso un Servizio di Diabetologia in modo da mantenere un buon controllo glicemico, con valori di emoglobina glicosilata (HbA1c) prossimi ai valori di normalità. Allo stesso modo deve tenere sotto stretto controllo tutti quei fattori che potrebbero contribuire a peggiorare la situazione retinica (ipertensione arteriosa, fumo di sigaretta, dislipidemie).
Nel momento in cui la retinopatia diabetica si è sviluppata ed ha raggiunto un grado tale da richiedere un intervento terapeutico mirato, la laser-terapia è l'unico presidio (soprattutto se eseguito precocemente) in grado di rallentarne o prevenirne la progressione. Il laser è un dispositivo in grado di emettere un raggio di luce (verde, rosso, infrarosso) che, diretto sulle lesioni retiniche che vogliamo trattare, mediante effetto termico, le coagula e chiude. La Fotocoagulazione può essere focale: in questo caso spot di vari micron di diametro vengono indirizzati verso le zone che all'esame fluorangiografico appaiono essere le responsabili della diffusione del colorante. La Fotocoagulazione può essere a griglia: in questo caso l'area da trattare è estesa e per questo motivo il trattamento viene condotto mediante spot non confluenti disposti a griglia. Non dobbiamo dimenticare che il trattamento laser nel caso venga condotto in presenza di retinopatia proliferante consente di combattere i fattori responsabili della neo-angiogenesi. La fotocoagulazione può essere poi estesa a tutta la retina (fotocoagulazione panretinica).
Nei casi in cui la retinopatia sia particolarmente evoluta, le emorragie abbiano interessato il Vitreo e i processi fibro-proliferativi determinino trazioni sul piano retinico, può essere preso in considerazione l'intervento di vitrectomia
Un caro saluto.
Prof.D.Siravo
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