Terapia della luce

Stimati dottori, buongiorno. Non scrivo per me ma per una mia intima amica che è molto depressa: dopo un anno di terapia a base di farmaci, sedute dallo psicologo, assistenza da parte mia e della famiglia, sembra non riesca a uscire definitivamente dal tunnel della depressione. Guardando la tv, la scorsa settimana ho sentito parlare della “terapia della luce”. Di cosa si tratta? grazie

Gentile Utente,

Non conosco la terapia della luce, non so bene di che si tratti. Nascono o vengono riprese, anche dalla cultura passata, delle forme di terapia e quindi si moltiplicano i modi per affrontare e combattere una patologia.
La depressione prende tutto l'animo di una persona e ne fa scempio, a volte. Ma si può uscirne , sia con una terapia farmacologica, sia soprattutto con una psicoterapia di carattere umanistico-analitica.
E' tutta la persona che è in gioco: i sintomi sono espressione del malessere e della cupezza dei momenti che fa sentire la persona che ne soffre priva di energie e di forze. Tutto è buio nella depressione.
La musica, l'amicizia e l'amore possono essere degli aiuti speciali. Una seria psicoterapia, anche associata a dei farmaci dati con estrema cautela e sapienza, può raggiungere dei grandi risultati.
Auguri vivissimi.
Cordialità

Dr. A. Vita

http://www.psicovita.it

Gentile utente,
sembra che la depressione della sua amica abbia mobilitato in campo molte forze, ma senza grandi risultati istantanei. La depressione, difficilmente può essere trattata in tempi brevi. La terapia della luce, come diceva il mio collega, ha effetti nei casi di depressioni stagionale. Quello che è possibile raggiungere nel lavoro psicologico nella depressione non si ottiene certamente in poche sedute. Si necessitano svariati anni, varie volte a settimana.
Mi chiederei, piuttosto, come mai chi scrive è lei e non la persona in questione.
Si potrebbe obiettare, forse sostenuti dal senso comune, che, è la sua amica la persona depressa, e che quindi non ha le forze per intraprendere una azione per affrontare la situazione, per farsi carico, almeno parzialmente del problema.
Ma vede, nessuna terapia è efficace, se la persona non si prende carico della propria richiesta. Allora quello che le posso suggerire è di aiutare la sua amica a riflettere su questo aspetto, non accettando deleghe. La depressione vive di questo: vivi al posto mio, sembra dire la persona "depressa", io non ne ho la forza, io non posso. Ma se si accetta questo presupposto si "collude" con la fantasia di sostituzione.
Spero che queste poche righe le possano essere utili.

Cordiali saluti,
Dr. Marco Ventola
Psicologo, Psicoterapeuta ad Orientamento Psicoanalitico
con studio a Roma
www.marcoventola.it