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Traumi oculari sportivi: registrati in Italia circa 40.000 casi

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Occhi a rischio, soprattutto per i giovani sportivi.

Traumi oculari sportivi: registrati in Italia circa 40.000 casi Traumi oculari sportivi: registrati in Italia circa 40.000 casi


Scritto da

AdnKronos Salute (Agenzia Giornalistica di Comunicazione)


Pubblicato il 20/05/2011

Modificato il 20/05/2011

Ogni anno in Italia si registrano circa 40.000 casi di traumi oculari e il 25% si verifica durante l'attività sportiva. Il 30% dei danni oculari causati da questi traumi riguarda under 16, ma in 9 casi su 10 questi danni sono prevenibili.

Sono i dati degli oftalmologi e dei medici dello sport del Policlinico Gemelli di Roma, che al tema 'Traumi oculari e sport' hanno dedicato un seminario promosso dalla Scuola di Specializzazione di Medicina dello Sport dell'Università Cattolica di Roma, diretta da Paolo Zeppilli.

 

Gli sport considerati ad alto rischio per i traumi agli occhi sono quelli che prevedono l'uso di palle, come calcio, basket e tennis, e quelli che prevedono un combattimento tra gli atleti, come boxe e arti marziali. Non sfuggono a questa casistica sport spesso ritenuti 'sicuri' per la salute degli occhi, come il golf (per traumi da pallina e, soprattutto, da mazza), o la pesca (lesioni da amo).

Eppure, dicono gli esperti, l'utilizzo di protezioni individuali, come caschi realizzati in materiale resistente agli urti allo scopo di preservare il capo da impatti improvvisi e occhiali in policarbonato, potrebbe fortemente limitare le conseguenze di questi traumi, talora con esito molto grave. "Non tutte le discipline sportive presentano lo stesso rischio di infortunio per traumi oculari", spiega Massimiliano Bianco, specialista del Centro di Medicina dello Sport del Policlinico romano."Certamente - prosegue Bianco - le più interessate sono quelle in cui è previsto un contatto tra gli atleti (compagni di squadra o avversari), specie se questo è intenzionale (sport da combattimento) e lì dove vengono utilizzati attrezzi di gioco (mazze, palle, guanti, eccetera) che per forma, dimensioni, compattezza e velocità possano andare a ledere l'apparato oculare.

 

Non sono da sottovalutare neanche gli sport come il golf e la pesca. Il medico dello sport e l'oculista si trovano non raramente a condividere un percorso diagnostico e un approccio terapeutico in persone che praticano sport".

Oltre infatti alla necessità di un nulla osta oftalmologico previsto per alcune discipline sportive (come l'automobilismo, il volo da diporto, il pugilato e sport affini), per il rilascio del certificato di idoneità agonistica da parte del medico dello sport, l'apparato oculare può essere interessato da diverse problematiche negli sportivi.

Sebbene si possano riconoscere vere e proprie malattie 'professionali' in atleti che praticano alcune discipline per anni (ad esempio a causa dell'esposizione a raggi Uv negli sport che si svolgono in alta quota o dove c'è un'importante riflessione dei raggi solari), sono i problemi traumatologici a far la parte da leone."I traumi oculari possono essere di tipo contusivo, penetrante, da radiazione o barotraumi", sottolinea Emilio Balestrazzi, Direttore dell'Istituto di Oftalmologia dell'Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma.

 

 

"La protezione oculare ha ridotto il numero e la severità dei danni agli occhi - considera Balestrazzi - Esistono infatti occhiali protettivi specifici per alcuni sport a rischio (baseball, basketball, hockey, alpinismo, ratchet)". Gli occhiali in policarbonato hanno un'alta capacità di assorbimento dei raggi Uv e sono 8 volte più resistenti rispetto ad altri materiali.

Gli occhiali 'comuni' invece danno una protezione inadeguata: hanno solo il 4-5% di resistenza all'impatto rispetto a quelli in policarbonato. "Il ritorno al gioco dopo un danno oculare - conclude Balestrazzi - deve coincidere con l'idoneità dell'atleta all'attività sportiva, che corrisponde a una risoluzione del problema e un adeguato recupero visivo".

 

Il distacco di retina tra le più gravi complicanze oculari nei traumi sportivi, spiega Andrea Stefano Scupola, dell'Unità operativa di chirurgia vitreo-retinica del Policlinico Gemelli, "è una delle più gravi complicanze oculari in soggetti che praticano lo sport ed è una evenienza che si realizza secondariamente a un trauma oculare di tipo contusivo".

La prevenzione del distacco di retina è uno degli obiettivi del medico sportivo e una delle ragioni principali di collaborazione con il medico oculista. "Tale prevenzione - spiega Scupola - prevede l'uso di lenti protettive negli sport in cui l'uso degli occhiali è possibile". Tuttavia, una completa valutazione oculare alla ricerca dei fattori predisponenti al distacco, rappresenta la forma migliore di prevenzione. "Una visita oculistica con l'esame biomicroscopico del fondo oculare - conclude Scupola - dovrebbero quindi essere parte integrante di qualunque attività sportiva praticata sia a livello professionistico che amatoriale".



Fonti:

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